
IGNOTO( sec. XVII-XVIII)
Olio su tela rettangolare chiusa in cornice dorata e stampigliata. – cm.224 x 158
Provenienza: dalla Chiesa conventuale ?
Il tema del dipinto è costituito dall’episodio di cui fu protagonista S. Francesco in una notte del 1216. Trovandosi nella chiesetta della Porziuncola, immerso nella preghiera e nella contemplazione, il Santo ebbe una visione: gli apparvero sull’altare, circonfusa da vivissima luce, Cristo con la Vergine in una gloria di angeli .Richiesto di cosa desiderasse per la salvezza delle anime , il poverello di Assisi ottenne la remissione totale delle colpe per tutti coloro che , pentiti e confessati, avessero fatto visita a quella chiesetta.
Nel registro superiore del dipinto viene perciò raffigurata la Vergine , che, vestita di rosa e avvolta in un manto azzurro, con il capo velato, porge un cartiglio con la scritta “INDULGE / NZIA PLE / NARIA / PPETUA”, a S. Francesco genuflesso in basso a sinistra. Accanto a lui un teschio e una croce simboleggiano la fragilità umana e la redenzione tramite la Passione di Cristo.
In alto a destra , Cristo ,seduto sullo stesso trono di nuvole della Madre e come Lei circondato di cherubini, alza la mano destra a benedire e poggia l’altra sul globo. La sua veste rossa è coperta da un manto azzurro mosso dal vento.
Tutto il registro superiore riceve luce dalla presenza dello Spirito Santo raffigurato sotto forma di colomba tra Madre e Figlio.
Di fronte a S. Francesco, S. Antonio, rapito in estasi, reca un giglio nella mano sinistra e tiene sul petto la destra.
Al centro in basso, sulla stessa pedana su cui stanno genuflessi i due Santi, un puttino seduto esibisce un cartiglio e che porta la stessa scritta di quello tenuto dalla Vergine.
Lo stacco fra la zona celeste e quella terrena è sottolineato dalla differente luminostà : ai colori brillanti della parte superiore fanno infatti riscontro i toni più scuri del registro inferiore.
La tela qui schedata è completamente ignota alla bibliografia locale. Attribuibile ai primi decenni del secolo XVIII è opera tutt’altro che scadente probabilmente di pittore attivo nella zona.
Una tela di identico soggetto si trova nella Chiesa dei Cappuccini di Pozzo di Gotto.
Bibliografia: Inedito.
L. Aloisio – M.R. Naselli
( tratto da Il Mosaico della Memoria: Pittura e Scultura a Barcellona fra Quattrocento e Seicento, – Messina: SICANIA – Edizioni GBM, 1998 )