Tradizioni – La Processione del 6 gennaio, giorno dell’Epifania

Una delle feste religiose di maggiore valenza folkloristica è senz’altro la processione dell’Epifania, che si svolge a Pozzo di Gotto nella mattinata ed a Barcellona nel pomeriggio del 6 gennaio. Come per quella delle varette, anche qui siamo in presenza di due distinte espressioni cultuali, che tradiscono l’originaria separazione dei due Comuni, i quali, anche dopo la loro Unione, continuarono a celebrare parallelamente alcuni riti tradizionali. La festa religiosa dell’Epifania, che chiude liturgicamente le celebrazioni natalizie, assumendo il significato di rivelazione di Dio all’uomo, in questo contesto popolare diventa u Batticimu, cioè espressione di festosa letizia per il Battesimo di quel Bambinello al quale tutti, ricchi e poveri, offrono amorevolmente i loro doni.

 foto della processione

  il gruppo di suonatori che precedono la processione.
foto della processione 

la processione si snoda per le strette vie degli antichi quartieri.

La processione di Pozzo di Gotto si snoda dall’antico quartiere dell’Idria, dove fino a qualche tempo fa’ esisteva una chiesetta, piccolo gioiello di arte barocca, che, danneggiata nel 1977 in occasione della demolizione dell’attiguo convento, anzichè essere ristrutturata, venne demolita e ricostruita con criteri un po’ meno artistici di quella più antica. Apre il corteo processionale una grande stella, icona della cometa che guidò i Magi verso la grotta di Betlemme, alla quale seguono suonatori di ciaramelle, tamburi e fisarmoniche che eseguono tipiche nenie natalizie. Dietro di loro tutta una gran folla di fedeli, tra cui molti bambini vestiti con antichi costumi popolari siciliani che raffigurano l’originaria società contadina: le pacchiane (contadinelle) che recano in ampie ceste di vimini il corredino per il Bambinello, di solito vere e proprie rarità artigianali con trine e ricami eseguiti a mano, i viddani (i contadini) con le bettole colme di finocchi, arance e frutti di ogni genere, i picurari con agnellini e ricotte, e poi i funnari (panettieri) con enormi forme di pane casereccio ed infine i cacciaturi recanti ogni sorta di cacciagione. Infine, è possibile ammirare un corteo di ragazze coronate di diademi in sontuosi abiti di pizzo bianco raffiguranti i regini, (le regine) che vengono anch’esse a rendere omaggio al Re dei Re e che vogliono essere immagine delle nobili figure femminili dell’Antico Testamento. Finalmente il sacerdote in paramenti sacri, a cui seguono Maria col Bambinello in braccio e Giuseppe. Chiudono la rappresentazione i Magi (uno di loro con il viso dipinto di nero, u re saracinu), i quali, anzichè montare i tradizionali cammelli, un tempo cavalcavano mansueti sciccareddi (asinelli), anticamente comune mezzo di locomozione dei popolani. La stessa processione avviene, in tono minore, a Barcellona nel pomeriggio, prendendo il via dall’antica chiesa del Crocifisso e concludendosi, dopo aver passato il testimone, nella chiesa dell’Immacolata. Fino agli anni ’60 le due processioni erano religiosamente molto più sentite, molto più ordinate e i caratteristici personaggi erano rappresentati, non soltanto da bambini, ma anche e soprattutto da ragazzi e giovani.

 

pastorelli con alcune pecore, ornate a festa con un vistoso fiocco rosso al collo 
 

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( Foto Santino Crisafulli – Testo M.R.Naselli )