IGNOTO (fine secolo XVII)
Olio su tela rettangolare chiusa entro cornice lignea stampigliata e dorata.
Cm.203 x 153. – Provenienza: dalla stessa Chiesa.
La composizione è verticalmente divisa in due parti quasi uguali. A destra, contro una quinta costituita da un interno debolmente illuminato da una finestrella quadrata munita di grata, campeggia una figura di manigoldo visto di spalle e vestito alla turca in atto di infliggere rabbiosamente un colpo di mannaia al Santo, che, genuflesso ai suoi piedi e vestito del saio francescano, tiene le braccia incrociate sul petto. Il forte contrasto dei colori, la tensione della figura del carnefice e l’espressione truce del viso di questi esaltano l’atto del martirio che sta per compiersi e che il Santo accetta con mansueta rassegnazione. In piedi a sinistra un personaggio in abbigliamento orientale molto raffinato volge lo sguardo verso una città fortificata, che compare sullo sfondo e che egli indica col gesto della mano sinistra. Il capo mitrato, il mantello in tessuto operato indossato su un abito azzurro e i calzari impreziositi da gioielli muniti di pendenti e recanti delle perle qualificano il personaggio come il tiranno che ha ordinato il martirio. In alto un angioletto in volo reca al santo la palma e la corona del martirio.
I contrasti di luce e colore si armonizzano con la contrapposizione delle figure in azione, e con la tensione che, generata dalla lama della mannaia brandita dal carnefice, si scarica sulla mite e raccolta figura del Santo martirizzato in Marocco nel 1220, e si dissolve nella profondità del paesaggio, quasi ad indicare come motivo del martirio il vano tentativo di convertire i Musulmani alla fede cristiana.
Il dipinto viene citato soltanto dal Biondo come opera del secolo XVII e senza alcuna indicazione di paternità.
Bibliografia : C. BIONDO, 1986, p.179
L. Aloisio – M.R. Naselli
( tratto da Il Mosaico della Memoria: Pittura e Scultura a Barcellona fra Quattrocento e Seicento, – Messina: SICANIA – Edizioni GBM, 1998 )