CATALOGO FONDO ANTICO
BIBLIOTECA COMUNALE “NANNINO DI GIOVANNI”
La Biblioteca comunale “Nannino Di Giovanni” di Barcellona Pozzo di Gotto da oltre dieci anni ha istituito una sezione dedicata al suo patrimonio librario antico. I testi antichi, prima conservati nei magazzini insieme alle più diverse pubblicazioni, dopo la loro sistemazione e registrazione, sono stati sottoposti ad un trattamento catalografico che ne ha rilevato ulteriormente la loro importanza, sia dal punto di vista bibliografico sia come elemento di ricostruzione storica cittadina. 1
Occorre a questo punto specificare che cosa a rigore gli addetti ai lavori intendono per libro antico. Esso è per definizione quello prodotto fra il 1455 e il 1830, il libro di antico regime tipografico, quell’invenzione cioè attribuita tradizionalmente al magontino Gutenberg, il quale nel 1455 diede alle stampe la Bibbia cosiddetta delle 42 linee. Risulta utile precisare che agli esemplari stampati dai primi libri di Gutemberg al 1500 si dà il nome di incunaboli.
L’invenzione dell’arte tipografica fu di fondamentale importanza, contribuendo alla diffusione della cultura anche fra i ceti più bassi. Essa fu paragonata da Fernand Braudel a quella della polvere da sparo e della navigazione d’alto mare, segnando insieme ad esse l’inizio dell’era moderna.
La stampa si diffuse rapidamente anche e soprattutto in Italia, dove trovò terreno fertile grazie agli ambienti ecclesiastici e al rinato interesse per i classici; non a caso fu proprio un’opera di Lattanzio, autore definito dagli umanisti a causa del suo stile il Cicero christianus, il primo libro stampato presso il monastero benedettino di Subiaco dai primi tipografi tedeschi operanti in Italia, Konrad Sweynheim e Arnold Pannartz. A questi stessi stampatori, che in seguito impiantarono una delle prime officine a Roma, si deve anche la pubblicazione nel 1469 del De officiis di Cicerone, mentre a Wendelin von Speyer, fratello del più noto Giovanni da Spira, un altro tedesco operante a Venezia, che diverrà il maggior centro di produzione libraria, va il merito di aver stampato nel 1471 la prima Bibbia in lingua italiana. Sempre a Venezia fiorirà l’officina del più importante tipografo rinascimentale, quel colto Aldo Manuzio a cui va il merito di aver prodotto i più eleganti esemplari di classici latini e greci.
Fatta questa breve divagazione, torniamo al fondo antico della biblioteca comunale, il quale risulta interessante sia per il numero di opere possedute sia per la rarità e il pregio di taluni esemplari. Esso annovera tre incunaboli, 54 cinquecentine, 297 seicentine, 1366 settecentine e 209 volumi stampati tra il 1801 e il 1830.
L’esame delle note di possesso e/o degli ex-libris ci permette di stabilire con una certa sicurezza la provenienza del fondo, di natura composita, costituito in gran parte dai libri confiscati agli ordini religiosi, in seguito alla legge del 1866, e da opere già patrimonio di biblioteche di privati e pervenute alla biblioteca per donazione.
Il primo di questi gruppi comprende essenzialmente i testi della libraria del convento dei Cappuccini di Pozzo di Gotto, oltre a sporadici esemplari provenienti dal monastero di S. Maria di Gala, dal convento dei Carmelitani e da quello dei frati osservanti di S. Antonio da Padova. Al secondo si ascrivono alcune delle opere elargite dalla famiglia Nicolaci, dall’avvocato Lorenzo Rossitto Valveri, dall’architetto Carlo Broggi e dall’ispettore scolastico Corrado Perricone. Anche tra le opere donate alla biblioteca dallo storico barcellonese Nello Cassata sono stati rinvenuti libri antichi, conservati ora in questa sezione.
1. E’ questo, ad esempio, il caso di una nota apposta sul frontespizio di una settecentina, la quale così recita: “fu consegnata la chiesa di S.Seb.no dal vescovo vicario Giuglielmo Stagno 24 maggio 1795 giorno di Pasqua di Pentecoste sotto il patrocinio dei SS. Seb.no, Restituta, Reparata e Benigno”. La suddetta nota certamente offre precise informazioni sulla riapertura della chiesa di San Sebastiano danneggiata, come altri edifici di culto cittadini dal terremoto del 1783 e di conseguenza ristrutturata. In questa occasione quindi essa è stata affidata alla protezione, oltre che di San Sebastiano, di altri protomartiri notoriamente ritenuti patroni contro le calamità naturali.
La diversa provenienza degli esemplari denota anche la differente natura dei contenuti. Quelli provenienti dagli ordini monastici sono essenzialmente di argomento religioso, gli altri tradiscono gli interessi dei primitivi possessori che spaziano dal campo letterario, filosofico ed artistico, a quello più propriamente scientifico e giuridico.
La catalogazione del fondo antico della biblioteca comunale, avviata nel 1996, ha dato luogo a due pubblicazioni. La prima ha avuto per oggetto gli incunaboli e le cinquecentine, la seconda le seicentine, includendo anche i volumi posseduti e custoditi presso l’Arcipretura di S. Sebastiano. A queste due edizioni critiche dei rispettivi cataloghi (di cui in nota si danno le coordinate bibliografiche 1) si rimanda per maggiori approfondimenti. Si segnala infine che le schede delle cinquecentine sono presenti anche sul sito web dell’ ICCU (Istituto Centrale per il Catalogo Unico).
La redazione del portale istituzionale del Comune di Barcellona Pozzo di Gotto offre oggi l’opportunità di promuovere più diffusamente la conoscenza e la fruizione dei beni librari comunali. Ed è in quest’ottica che, per quanti ne siano per svariati motivi interessati, viene pubblicato on line il catalogo del fondo antico della biblioteca comunale “Nannino Di Giovanni”, a cominciare da quello degli incunaboli e delle cinquecentine.
Si pone a questo punto la necessità di chiarire i criteri adottati per la compilazione di ciascuna scheda. Essa appare corredata dalla riproduzione fotografica del frontespizio, motivo che ha indotto a non darne la sua descrizione facsimilare; qualora l’esemplare ne sia risultato privo, è stato scelto di riprodurre l’immagine di un’altra pagina significativa. Il corpo della scheda risulta quindi così costituito:
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Intestazione: ricavata di norma secondo le indicazioni delle RICA (Regole Italiane di Catalogazione per Autore) è costituita dal nome dell’autore o della parola d’ordine
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Indicazione bibliografica essenziale: costituita dal titolo abbreviato che, quando non è di uso comune, è desunto dal frontespizio; dal luogo di pubblicazione; dal nome del tipografo e/o dell’editore riportato di norma in lingua originale
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Collazione, registro, peculiarità dell’esemplare, impronta: le pagine o carte non numerate sono riportate tra parentesi quadre. Nel registro le parentesi quadre con il relativo esponente segnalano i fascicoli o le carte prive di segnatura. Le note tipografiche forniscono indicazioni relative alla struttura compositiva dell’edizione ed al materiale illustrativo. Vengono inoltre evidenziate le peculiarità dell’esemplare: lacune, errori di fascicolazione, mutilazioni, legatura. Nel caso di più edizioni in uno stesso volume, l’indicazione della legatura compare solo nella scheda relativa alla prima opera, ma viene registrato il rapporto con le altre schede. Nella rilevazione dell’impronta vengono osservate le norme contenute in Fingerprints. Empreintes. Impronte. Paris, Institut de Recherche et d’Histoire des Textes, 1984, integrate dalle modifiche già in uso a livello nazionale.
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Note di possesso: Le note di possesso ed altre annotazioni presenti nei volumi sono riportate nella forma grafica e linguistica originale.
Può risultare utile per la comprensione della scheda sciogliere le abbreviazioni utilizzate così come di seguito riportato:
c.: carta/e car.: carattere coll.: colonna/e cors.: corsivo fasc.: fascicolo front.: frontespizio got.: gotico gr.: greco i.e.: cioè ill.: illustrazioni impr.: impronta |
inc.: incisione/i leg.: legatura mm.: millimetri p.: pagina/e r.: recto rom.: romano s.t.: senza tipografo segn.: segnatura v.: verso |
Non si può chiudere questa breve presentazione, senza esprimere un doveroso ringraziamento al prof. Giuseppe Lipari e alla dott.ssa Maria Teresa Rodriguez. Senza il loro generoso e competente contributo non sarebbe stato possibile avviare il processo di valorizzazione di un fondo di cui i cittadini barcellonesi oggi possono andare fieri.
Seicentine
1) M. R. NASELLI – S. SALMERI, Il patrimonio librario antico : incunaboli e cinquecentine delle Biblioteche di Barcellona Pozzo di Gotto, a cura di G. LIPARI, Messina, Sicania, 1998; M. R. NASELLI, Il patrimonio librario antico : le edizioni del XVII secolo delle Biblioteche di Barcellona Pozzo di Gotto, Messina, Sicania, 2001.