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 Triolo Rosario ( 1906 – 1976)

Il dr.Rosario Triolo, nacque a Barcellona Pozzo di Gotto il 6 febbraio 1906 da Giovanni, un noto falegname e da Caterina Garofalo.

Dopo aver frequentato le scuole, con ottimo profitto, a Barcellona ed a Messina, conseguì la laurea in ECONOMIA A INDIRIZZO MARITTIMO presso Istituto Universitario Navale di Napoli.

Da giovanissimo, essendo molto dotato nel disegno, in particolare nell’uso della matita, tracciò ritratti che molte famiglie di barcellonesi in quel periodo gli commissionavano e di cui, fino agli anni 70, si trovava ampia traccia nei loro salotti.

La laurea in Scienze Economiche e Marittime, con una tesi sullo studio dell’utilizzo di piante selvatiche mediterranee, in particolare ginestra, come fibra tessile, gli permise di dedicarsi inizialmente alla ricerca, lavorando, in qualità di ricercatore, con il Prof. Corbino, dell’Università di Palermo e contemporaneamente alla Camera di Commercio di Messina.

Il patrimonio intellettuale ed i carteggi, contenenti una fitta corrispondenza commerciale, attestano che l’attività di Rosario Triolo era una attività produttiva, creativa e fondata sulle sue capacità di progettare macchinari per ricavare tessuto dalla ginestra; le sue qualità lo portarono, dal 1937 al 1941, a brevettare macchinari e processi industriali per produrre tessuti da ginestra, ramiè, agave e assimilati.

La sua attività professionale lo portò, anche, a condividere la titolarità di brevetti insieme a Odoardo Lippi, un ingegnere dirigente di una industria tessile toscana.

Il dr. Triolo, quando richiesto, si recava presso le ditte acquirenti per collaudare i macchinari.

Durante la seconda guerra mondiale, pur lavorando a Messina alla Camera di Commercio, fu richiamato al servizio militare e per alcuni mesi insegnò balistica nella scuola militare di artiglieria di Moncalieri e di Nettuno; successivamente fu congedato e gli fu data la possibilità e i mezzi per trasferire a Barcellona Pozzo di Gotto l’industria, ubicata a Polla (SA), per l’utilizzo della ginestra come fibra tessile.

Alla fine della guerra il Comune di Barcellona Pozzo di Gotto gli mise a disposizione l’edificio del “Tiro a Segno” nel quartiere dei Quartalari, ai tempi ultima casa prima della salita verso Centineo, per installare la sua industria.

L’industria tessile, collocata nel piano terra di detto edificio, impiegò manovalanza maschile e femminile di Barcellona Pozzo di Gotto, costituendo uno sbocco lavorativo importante per i tanti disoccupati dell’epoca. Per i figli di questi operai, poi, insieme a padre Cosimo Sottile, istituì delle colonie estive.

La ginestra, come è noto pianta spontanea nelle colline del nostro territorio, anche se non del tutto raffinata, produceva una ottima fibra naturale che veniva tessuta dalle donne che avevano i telai nel rione Nasari. Alcune tele sono state anche ricamate.

Si ha notizia di alcuni insediamenti lavorativi di ginestra, anche nella zona di Gala , con magazzini di ammasso e vasche di macero. Risulta, inoltre, che nel 1941 anche a Santa Lucia del Mela esisteva uno stabilimento per l’uso tessile della ginestra.

Lo sfruttamento poi dei materiali di scarto ricchi di cellulosa, secondo le ricerche del dr. Triolo, appositamenti recuperati, avrebbero dato all’intera operazione un eccellente valore economico. Infatti il recupero del materiale di scarto, adeguatamente lavorato, sarebbe stato alla base di un altro prodotto: CARTA O CARTONE favorendo l’abbattimento dei costi del prodotto tessile.

In coerenza con gli studi fatti (LAUREA IN SCIENZE ECONOMICHE E MARITTIME ) e con la sua attività, legata alla produzione tessile da ginestra, agave, ramiè e affini, egli portò avanti studi sullo sviluppo del Mezzogiorno, partecipò in qualità di relatore a convegni di approfondimento, fu più volte invitato alla fiera di Milano e premiato come inventore di macchine tessili ad una delle rassegne di Bruxelles.

Costituì anche gruppi di ricerca per analizzare sotto vari aspetti il rilancio economico e sociale della Sicilia: approfondì argomenti che spaziarono dalla messa a sistema del Mezzogiorno in relazione all’Italia e all’Europa; vide i vantaggi legati a una organizzazione del sistema industriale in scala europea; si occupò degli studi del traffico marittimo e dell’ammodernamento del sistema dei trasporti marittimi e terrestri; evidenziò la ricchezza, ancorché relativa, del suolo siciliano in ordine a idrocarburi e materie prime vegetali da poter sfruttare per risollevare le modeste sorti della popolazione siciliana di allora. (anni ‘50 del 1900 ) Per le suddette ragioni esortò le istituzioni politiche locali e nazionali affinchè trovassero un giusto equilibrio tra il Piano Marshall e l’evidente necessità di sfruttare materie prime locali in campo tessile.

A Barcellona, insieme all’ing Pulejo, fu uno dei promotori dell’Istituto Professionale per l’Industria e l’Artigianato di Sant’Antonino dove insegnò materie tecniche per molti anni; molti suoi studenti, fino alla sua morte, venivano a ringraziarlo per avere insegnato loro a lavorare al tornio ed avere avuto, così, la possibilità di fare fortuna nei paesi in cui erano costretti ad emigrare.

Nel 1973 brevettò a Trieste due invenzioni: la prima relativa all’ammodernamento delle navi da carico mediante gru portatili ed incorporabili nella stessa stiva; la seconda interpretava un complesso strutturale per l’approdo di navi in bacino con vasche per operazioni di carico e scarico merci.

 ( testo di Triolo Caterina )