Storia – Patrimonio Storico Artistico – Chiesa di Santa Venera – Sacro Cuore di Gesù

foto del dipinto 

IGNOTO ( fine secolo XVII inizi XVIII)

Olio su tela rettangolare. – Cm. 77 x 65. – Provenienza: dalla stessa Chiesa ?

La tela era probabilmente più grande, dal momento che è dipinta anche nei risvolti e le mani del Cristo risultano tagliate a metà. Questa inusitata rappresentazione del S. Cuore, soprattutto per la posa della figura, ha più l’aspetto di un ritratto che quello della stereotipata immagine devozionale del Cristo che indica con la mano il suo cuore ardente d’amore. Qui la figura del Redentore, girata di tre quarti, ha una monumentalità quasi statuaria e occupa tutta la tela. Il volto dai lineamenti marcati e incorniciato da una barbetta ben curata e da lunghi e ondulati capelli, sorridente ed insieme enigmatico, è rivolto all’osservatore. La tunica rossa, il mantello azzurro trattenuto sulle spalle, e il cuore fiammeggiante e coronato di spine al centro di una raggiera luminosa sono gli attributi consueti al soggetto.

L’iconografia di questa tela, per nulla influenzata dal celebre dipinto eseguito da Pompeo Batoni per la chiesa del Gesù a Roma e divenuto subito, attraverso le riproduzioni a stampa, la più diffusa delle immagini sacre, sembra legarsi alla prima penetrazione in Sicilia della devozione al Sacro Cuore di Gesù , derivata dalle visioni rivelatrici avute tra il 1673 e il 1689 da S. Margherita Maria Alacoque. Il culto promosso e propagandato dalle missioni gesuitiche, soprattutto ad opera del padre Claudio de La Colombiere, ebbe infatti una diffusione capillare sin dagli anni delle visioni, nonostante l’azione contraria svolta dai Giansenisti, che bollarono le nuove pratiche devozionali come dottrinariamente erronee e pericolose.

Bibliografia: Inedito. 

 L. Aloisio – M.R. Naselli

( tratto da Il Mosaico della Memoria: Pittura e Scultura a Barcellona fra Quattrocento e Seicento, – Messina: SICANIA – Edizioni GBM, 1998 )