Storia – Patrimonio Storico Artistico – Chiesa di Santa Maria Assunta – Macchina d’Altare

foto macchina d'Altare 

IGNOTO (fine sec. XVII)

Legno intagliato, stampigliato ed indorato. – cm.257 x 150 x 114

Provenienza : Chiesa di S. Vito

La macchina d’altare, collocata attualmente nella cappella laterale sinistra dedicata al SS. Sacramento, non è altro che una parte della bella macchina che dominava il presbiterio dell’antica chiesa di S. Vito.

Da vecchi documenti fotografici del 1930 è possibile ricostruire e descrivere l’architettura secentesca di questo altare. Nel presbiterio rialzato di due gradini rispetto al livello delle navate della chiesa, collocato al centro su tre gradini in pietra rossa , si ergeva l’altare nel suo impianto preconciliare . Uno splendido paliotto fiorito con al centro un medaglione raffigurante S. Vito copriva il fronte dell’altare stesso , a cui si aggiungevano, in posizione arretrata, delle parti laterali lignee con volute e intagli. Tre gradini, che partivano dal livello della mensa, degradando verso l’alto, chiudevano sui fianchi la macchina lignea. Questa si componeva di tre ordini ed era sormontata da una cupola decorata a piastre simili a tegole sovrapposte e sfalzate. Un lanternino, sostituito nel periodo pasquale dalla statua in cartapesta del Cristo Risorto, completava la costruzione.

Nel primo ordine si apriva il tabernacolo in legno intagliato e decorato; nel secondo (attuale base posta sull’altare di marmo del duomo di Pozzo di Gotto) si aprivano un fornicecentrale con una nicchia nel fondo e ai lati di esso altre due nicchie inscritte in raffinate modanature . Sul basamento attuale, decorato con stampigliature in oro , si impostano quattro colonnine rabescate: quelle centrali sono tortili mentre quelle laterali sono decorate solo nella parte inferiore del fusto. Il terzo ordine ripete lo schema del sottostante. Un basso tamburo regge la cupola a vele. Lo splendore di questa macchina lignea non è solamente dato dalle dorature, ma anche dalle raffinate stampigliature floreali e dai preziosi intagli. Nelle nicchie attualmente sono collocati dei piccoli candelieri, o più precisamente le basette dorate di alcune “frasche” ornamentali , ma anticamente si trovavano, in maniera più consona a questo tipo di arredo, delle figure scolpite. Dagli stessi documenti fotografici è possibile rilevare che i vari ordini di cui era composta la macchina erano raccordati da volute, anch’esse lignee, delle quali, come del lanternino che era ancora visibile nella sua interezza fino al 1981 quando si trovava in S. Vito., non si ha più notizia dopo il restauro effettuato dalla Soprintendenza ai BB.CC. Oggi la croce collocata sul cupolino appare sproporzionata alla macchina sottostante.

Questa “torreggiante custodia lignea seicentesca” fu ammirata dal Calì, che la definì “un esempio singolarissimo di un’architettura che segna il passaggio dalla compostezza serena del rinascimento alle prime inquietitudini del nuovo verbo barocco”.

Bibliografia : S.CALI’, 1968, p.120; Corda Fratres (a cura di) , 1983, pp.31,125 ; C.BIONDO, 1986, p.182;S.CUCINOTTA, 1986, p.255; N.ARICO’, 1989, p.910; A.BILARDO, 3, 1995, p.143; E. BAVASTRELLI- C. CERAOLO, 1997, p.52.

 L. Aloisio- M.R. Naselli

( tratto da Il Mosaico della Memoria: Pittura e Scultura a Barcellona fra Quattrocento e Seicento, – Messina: SICANIA – Edizioni GBM, 1998 )